Sherlock Holmes e l'omicidio di Elisa

È una fredda ed umida serata di Febbraio. Holmes e Watson stanno conversando nel salotto di Baker Street 221-B. Il fuoco scoppietta allegro nel camino e l'ambiente è saturo del fumo della pipa di Holmes, quando bussa alla porta del detetive dei casi impossibili...

un signore dall'aria colta e vestito con vestiti molto eleganti, ma dallo sguardo spento e disperato.
Holmes cerca di tranquillizzarlo:
-Signore, si calmi. Mi dica che è successo.
-Signor Holmes, lei è l'unica persona che può aiutarmi! Sono Steven Smith ed io e mia moglie abbiamo trovato nostra figlia, Elisa, a terra morta.
Holmes si avvicinò e disse, semplicemente:
-Daremo un'occhiata.

Arrivati alla casa del signor Smith, una casa che sembrava un castello, ma non un castello di quelli belli e fiabeschi, bensì un castello buio e tenebroso, con un cancello arruginito e un giardino con dell'erba spenta, che dondolava come se tremasse di paura.
La casa dentro incuteva paura solo a guardarla: vecchi quadri, che sembrava ti guadassero dritto negli occhi, la porta che con tutto quel vento si chiudeva da sola e un comodino con delle macchie di sangue, vicino al quale c'era il cadavere. Nella pancia c'era un coltello, che stranamente aveva sul manico un po di rossetto rosso sangue.
 -Che piacere avervi qui! Accomodatevi!- disse la signora Smith. Essa era alta, magra e con dei capelli biondo platino, racchiusi in una bella treccia. Aveva gli occhi grandi, leggermente a mandorla, un bel nasino e delle labbra molto carnose.
 Holmes era sul punto di iniziare le indagini, ma arrivò Lestrade, un poliziotto basso e cicciottello, con dei baffetti non molto folti, occhi scuri, non troppo grandi e un naso adunco.
-Mrs Holmes,faccia spazio,qui c'é bisogno di un professionista!
-Signor Lestrade, sí, c'é bisogno di un professionista. Eccomi.-disse Holmes con aria arrogante, ma con un leggero sorrisino.
-Signora Smith, voi avete cameriere?-domandò Holmes
-Sí. Si chiama Rosie Bini ed abita in via Baker Street 222-B.
-Conosco la signora Bini, si é appena trasferita nel nostro palazzo.-Disse Watson ad Holmes.
-Arrivederci mr. e miss. Smith, vi faremo sapere al piú presto.
Il giorno dopo Watson e Holmes si diressero verso l'appartamento di Rosie Bini per farle delle domande.
Watson bussò alla porta ed aprì una signora bassina, con degli occhi teneri, dolci e dall'aria innocente e indifesa.
-Buongiorno signora Bini. Gradiremmo farle delle domande. Possiamo entrare?-chiese Holmes
-Certo,entrate pure.-rispose Rosie.
L'appartamento era, come si suol dire, acqua e sapone. Ogni cosa era al suo posto, le stanze erano molto colorate e nell'aria c'era un forte profumo di ciliegia e di pulito.
-Signora Bini, lei era presente sabato sera sulla scena del delitto?- domandò Holmes
-No, so solo che venerdì, prima che andassi a casa, Elisa, quasi ventenne, aveva detto alla signora Smith una notizia molto inaspettata: era incinta. Sabato è il mio giorno libero, quindi non lavoro.-Rispose Rosie sicura di sè.
-Lei usa rossetti rossi?- Chiese Watson
-No, solo lucidalabbra.-disse Rosie.
-Grazie, ci è stata molto d'aiuto.-Disse Holmes.
La sera stessa Watson e Holmes andarono a casa degli Smith, e Holmes raccontò la sua indagine:
-Signora Smith,lei aveva appena saputo che sua figlia era incinta,ed é strano sia stata uccisa proprio allora. Il rossetto é lo stesso che usa lei, signora. La colpevole é LEI, signora Smith.
La signora Smith prese velocemente dal portaombrelli una spada molto lunga e la puntò verso Holmes, ma lui con una mano, molto lentamente estrasse dal suo bastone da passeggio anch'egli una spada e bloccò l'attacco di Keyla Smith, ma proprio quando essa stava per trafiggere Holmes con la spada, Watson prese il tavolino di legno che era proprio in mezzo alla stanza e con esso bloccò la spada, mettendosi in mezzo tra i due. Lestrade prese le mani di Keyla e le ammanettò, portandola in prigione, sotto lo sguardo triste del signor Smith. Chi l'avrebbe mai detto che quel bassottello di Lestrade sarebbe mai stato d'aiuto!
Camelia Moldovan