Sherlock Holmes e il mistero di villa Stuart


Sherlock Holmes

e il mistero di villa Stuart

E' una fredda e umida serata di febbraio. Holmes e Watson stanno conversando nel salotto di Backer Street 221/B. Il fuoco scoppietta allegro nel camino e l'ambiente è saturo del fumo della pipa di Holmes, quando bussa alla porta del detective dei casi impossibili, una signora incappucciata che piangeva dalla disperazione. Watson corre subito da lei, e le chiede se sta bene e cosa sia successo. Tra una lacrima e l'altra la signora si siede e comincia a spiegare perchè piangeva e quale fosse il motivo della sua visita. La signora disse:

-Qualche mese fa misteriosamente scomparì il nostro caro e fidato maggiordomo. Era con noi da almeno 15 anni-

Holmes rispose:

-Carissima signora da quello che mi ha appena detto, deduco sia una contessa. Prima di finire di raccontarci la sua versione dei fatti, per motivi di vitale importanza dovrà togliersi il cappuccio e fornirci il suo nome!-

La signora ribattè:

-Sì certo! Il mio nome è Elisabhet Austin Stuart-

Poi la signora si tolse il cappuccio, era alta e bionda con poche rughe sul viso, sulla quarantina e con un linguaggio molto complicato e raffinato, vestita in modo elegante. La signora continuò dicendo:

-Ma il motivo della mia visita non è solo questo, ma anche perchè due giorni fa, mio marito, il conte Benjamin Stuart è deceduto per cause sconosciute. Infatti quando stavo venendo qui per chiederle di indagare su questi casi, mi raggiunse il per strada il sostituto del vecchio maggiordomo, dicendomi che il cadavere di mio marito era scomparso-

Holmes la interrompe dicendo:

-Chiederò alla Scotland Yard di metterla al sicuro insieme al suo nuovo maggiordomo, e domani mattina mi presenterò alla sua villa per cercare di indagare su questo strano caso-

Il giorno dopo Holmes, Watson e Lestrade, giunti a villa Stuart, ispezionarono con molta attenzione tutte le stanze per cercare di indagare sulle misteriose scomparse del conte e del maggiordomo, quando tutto d’un tratto Holmes, vicino alle scale che avrebbero portato giù allo scantinato, sente un leggero ronzio di mosche. Insospettitosi Holmes decide di scendere le scale, e sulla soglia della porta dello scantinato, vede un via vai di formiche e con soddisfazione urla:

-Ci sono! Forse ho trovato i due cadaveri!-

Infatti aprendo la porta sente subito un odore di putrefazione, e dietro ad un mucchio di cianfrusaglie, vede un sacco, lo apre e vede i due cadaveri. Sulla bocca del conte c’è una leggera schiumetta e sulla fronte del maggiordomo c’è un foro provocato da un proiettile di pistola. Mentre portavano via i due cadaveri, Holmes si chiede se fossero siano stati due assassini diversi a compiere l’omicidio oppure un unico assassino che ha cercato di depistarci uccidendo in due modi diversi. Vicino al sacco Watson nota un paio di capelli e una stringa delle scarpe sicuramenti appartenenti all’assassino. Mentre escono dalla villa, Holmes e Watson incontrano il nuovo maggiordomo, ed Holmes con arroganza dice:

-Hei tu come ti chiami?-

Il maggiordomo rispose:

-Mi chiamo Steven Bale!-

Era un ragazzo di 25 anni, alto, con i capelli castani, occhi marroni, con un aria molto sospetta, come se dovesse nascondere qualcosa. La notte seguente Holmes e Watson, nel sonno sentono un brusco rumore, si alzano di scatto, prendono la pistola, accendono la luce nel salotto e vedono un uomo incappucciato con un coltello in mano, che con un salto si butta giù dalla finestra. Holmes sulla scrivania vede un capello simile a quello trovato da Watson sulla scena del crimine, e sulla soglia della finestra un anello, lo stesso che aveva il maggiordomo. Watson dice:

-Holmes! Quel pazzoide ha tentato di ucciderla!-

Holmes risponde:

-Un attimo di silenzio Watson! Ho trovato l’assassino!-

Holmes con furia cerca tra i suoi articoli di giornali, quello che parlava della morte di John Bale, padre di Steven Bale, che aveva a che fare con il conte Stuart. Holmes dice:

-A quel tempo il conte Stuart era un usuraio e in mancanza di soldi uccise il signor Jonh Bale, allora suo figlio lo ha vendicato usando questo anello velenifero quando, probabilmente avrà versato del vino nel bicchiere del conte Stuart, facendo scattare il marchingegnio che ha fatto cadere dell’arsenico nel vino. Holmes dice:

-Muoviti Watson andiamo a villa Stuart-

Arrivati a villa Stuart, Watson corre nel salotto e con un pugno colpisce il maggiordomo, ma poi il maggiordomo lo stende con un colpo secco al collo. In quel momento arriva Holmes, ma il maggiordomo si accorge della sua presenza, salta sulla tavola, prende il candelabro e gli incendia i capelli. Liberatosi di Holmes e Watson, Bale scappa, ma Watson da terra gli fa lo sgambetto e si alza per bloccarlo. Nel frattempo Holmes, in preda al panico, sale al piano di sopra e con un salto si tuffa nella vasca da bagno per spegnersi i capelli, scende giù è vede il maggiordomo, che approfitta della sua mancanza, e scappa, però Holmes si butta giù dalla ringhiera delle scale saltando addosso al maggiordomo bloccandolo. Proprio in quel momento arriva Lestrade che arrestò Steven Bale. Tornati a Backer Street 221/B, Watson chiede ad Holmes:

-Ti sei chiesto perché il maggiordomo Bale ha tentato di ucciderti?-

Holmes rispose:

-Elementare Watson! Perché io sarei stato l’unico in grado di riuscire a risolvere questo caso!-

Lorenzo Calderisi

2 commenti:

Ilaria Toto ha detto...

bello!!!!!!!!!!

Ilaria Toto ha detto...

e capit a lorez!!!!!!!!!!:-)

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