IL MISTERO DELLA  LETTERA  ANONIMA

Era il 1890, Holmes e Watson stavano indagando su un caso molto intricato: “il mistero della lettera anonima”. Un pomeriggio, Holmes stava per uscire da casa quando Mrs. Hudson aprì di scatto la porta e disse di aver trovato una lettera nella cassetta  della posta di Holmes senza indirizzo e nome. In fretta aprì la lettera dove c’era scritto:
LA PROSSIMA VITTIMA SARAI TU!
Holmes si preoccupò e tutto tremante chiamò  il suo amico Watson . Arrivò e chiese cosa fosse successo. Holmes gli fece vedere subito la lettera. Dopo un po’ Watson si sedette e vedendo quelle parole  rimase stupito, allora con voce alta e arrabbiata disse:
- Holmes non preoccuparti, in questi giorni resterò al suo fianco e  la aiuterò.
Egli rispose impaurito:-grazie Watson  siete una brava persona e un vero amico-.
Dopo essersi calmato un po’ andarono a cenare e poi a dormire. Verso la mezzanotte, Holmes, dal suo letto sentì il rumore della finestra che si apriva, si alzò, prese una lanterna e uscì dalla camera. Ad un certo punto vide un’ombra e la seguì fino ad arrivare  nello studio di Holmes. Dopo pochi secondi, con aria arrabbiata disse: -chi c’è lì perché mi volete uccidere, forza uscite fuori!-, ma quella persona aprì subito la finestra e scappò quando Holmes accese di scatto la luce. Poi, andò a dormire, però, sempre con la paura dentro.
La mattina dopo si alzò e per prima cosa andò nel suo studio per vedere cosa avesse preso il ladro e si accorse che era tutto in ordine e non mancava niente. Poi prese la lente e andò vicino alla finestra dove notò un pezzo di camicia strappata. Verso le sette e mezza arrivò Watson in camicia da notte e dietro la signora Hudson con il vassoio con la colazione e un’altra lettera. Holmes la aprì e vide che c’era di nuovo la stessa scritta però non c’erano le lettere ritagliate dal giornale ma era scritta a penna:
-Holmes questo fatto non mi piace per niente, sono così nervoso che mi prenderei a schiaffi da solo perché non riesco a trovare la soluzione- disse Watson. Ad Holmes, ancora più nervoso di Watson, ad un certo punto  venne un’idea e disse:
 -Watson venga un attimo. Si ricorda  quando ho avuto quello scontro con Moriarty, dopo la sua morte le spie  mi hanno continuato a seguire-.
 Watson rispose: - giusto Holmes!-.Dopo la colazione uscirono e infatti videro una spia di Moriarty  e camminando videro delle altre che lo seguivano. Ritornati a casa Holmes preparò una trappola, mise una rete sopra la  finestra in modo che, se qualcuno vi fosse entrato, la rete gli sarebbe finita addosso. Infatti andò così, Holmes e Watson corsero subito nello studio e scoprirono che era un complice di Moriarty perché voleva far pagare Holmes per quello che aveva fatto al suo capo.

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Sherlock Holmes e i casi della 2°G © 2010

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