La scomparsa del conte




Era una fresca giornata di maggio, Holmes e Watson erano ancora nei loro letti quando la signora Hudson, padrona di casa, svegliò Holmes che a sua volta svegliò Watson. Si vestirono e entrarono nel salotto dove c’era una giovane ragazza che molto probabilmente era venuta a chiedere aiuto ad Holmes.
-Buongiorno.
-È lei il signor Holmes?
-Si sono io, mi dica tutto.
La ragazza cominciò a raccontare:
-io sono una contessa il mio nome è Isabel Scott. Tre giorni fa scomparve mio marito il conte Matt Stewart, io chiamai Scotland Yard per indagare sul caso ma ne ricevetti  scarsi risultati. Allora pensai di venire qui da lei per chiederle aiuto. Lo farebbe?
-Ma certo! Le sarei grato se mi facesse ispezionare la sua abitazione.
-Mi scusi ora dimenticavo, il giorno prima della scomparsa di mio marito, siccome non riuscivo a dormire a causa del pensiero del litigio fra mio marito suo padre e suo fratello, uscii dalla mia stanza e dal finestrone del corridoio notai la finestra della stanza di mio marito aperta e la sua immagine riflessa nello specchio con un foglio nella mano destra e un candelabro nella sinistra. Il foglio che mio marito aveva in mano lo possiedo tutt’ora io, ma le posso assicurare che è un foglio di scarsa importanza visto che è totalmente bianco.
-Signorina Scott mi spiegherebbe la causa del litigio fra suo marito suo cognato e suo suocero?
-Ma certo! Mio cognato e mio suocero erano appassionati del gioco d’azzardo e due giorni prima della scomparsa di mio marito i due erano venuti a chiedere del denaro, visto che avevano spesso tutto ma dico tutto ciò che gli era rimasto al casinò. Mio marito non voleva darglieli pero poi lo convinsero ad un patto, cioè che quei soldi non sarebbero stati spesi al casinò un'altra  volta, ma che gli dovevano servire per la loro casa visto che avevano  scommesso anche le loro terre.
-Signorina c’è qualcos’altro che deve dirmi?
-No nient’altro.
-Invece io le dico che suo marito la maltrattava visto che noto dei lividi sul polso destro.
-Ehm… Sì negli ultimi tempi mio marito mi trattava… diciamo male. Aveva sempre la testa “fra le nuvole” non pensava mai a noi e stava tutto il giorno fuori.
-Ok sarebbe cosi gentile se ci accompagnasse sul luogo dell’accaduto.
Holmes, Watson e la signorina Scott scesero nella via Baker Street e chiamarono una carrozza che li accompagnarono sul luogo.
Holmes noto che il castello era quadrato con un giardino al centro.
-Venga signor Holmes questa è la stanza di mio marito.
Holmes cominciò ad ispezionarla ma non trovò niente di particolare.
-Signorina Scott, potrebbe mostrarmi il foglio che suo marito aveva in mano?
-Certamente! Eccolo qua!
-Grazie. Io e il mio amico il Dr. Watson torneremo domattina, le dispiace se porto con me il foglio?
-Niente affatto faccia pure. A domani!
Holmes e Watson tornarono in Baker Street 221/B e conversarono sul mistero, poi ritornarono nelle loro stanze per dormire. Holmes appoggiò il foglietto sul tavolino.
La mattina dopo Holmes prese quel foglietto che era sul tavolino dove batteva il sole e notò con il suo lungo naso che da esso proveniva uno strano odore. Lo annusò e pensò subito all’odore del limone, poi lo fece annusare al buongustaio di Watson che ne diede la conferma.
-Holmes,  io ricordo un tecnica che imparai dalle mie amiche quando ero piccolo, loro scrivevano sul foglio con del succo di limone spremuto e poi ciò che scrivevano scompariva. Ma accendendo una candela sotto di esso, grazie alla fiamma, ricompariva.
-Ma certo caro Watson lei ha ragione!
Holmes provo ciò che aveva detto il suo amico e così comincio ad intravedere delle lettere che annotò sul suo taccuino. Le lettere erano:
ѣѳњћљђчюжд
фѣ•ыљњџѣћљ
љѲђцыъюѣѣґ
ѣѳњфѣ•љѲђц
љѲђждђцђѣѳ

Holmes cominciò a decifrare il testo; ma letto in orizzontale non aveva nessun significato. Allora provò in verticale e scoprì che quel testo decifrato indicava la posizione di un tesoro. Secondo il testo questo tesoro si trovava nei sotterranei del castello; precisamente in una botola ben nascosta che  celava un corridoio segreto.
Holmes e Watson presero subito un calesse diretto al castello. Arrivati illustrarono la situazione alla Contessa e si incamminarono nei sotterranei.
Camminando nei sotterranei alla ricerca della botola, Watson poggiò il piede su una mattonella non fissata bene, allora il detective pensò di alzarla insieme alle altre e cosi trovarono la botola e si calarono giù dove c’era un lungo corridoio. Si misero in cammino in cerca del signor Stewart.
-Attenzione Holmes!!!
Holmes avvertito da Watson si salvò e non cadde in un buco profondo.  Holmes non cadde, ma lì dentro giaceva morto il cadavere del Conte. Holmes si girò e ringraziò Watson. Più avanti c’era il tesoro ma siccome la lampada era caduta giù ne “buco” non proseguirono e ritornarono indietro fermandosi un secondo a discutere su un azione di Holmes  su Watson.
-Ehi Holmes le mi mi…
-Mi scusi Watson…
Arrivati sopra chiamarono Scotland yard per riprendere il morto…
Aldo Pupillo 

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Sherlock Holmes e i casi della 2°G © 2010

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