Sherlock Holmes e il caso del commesso assassino alla boutique di Londra


E’ una fredda serata di febbraio Holmes e Watson stanno conversando nel salotto di Baker Street 221b. Il fuoco scoppietta allegro nel camino e l’ ambiente è saturo dal fumo della pipa di Holmes. Quando bussano alla porta del detective dai casi impossibili… Un signore che cerca aiuto si confida con Holmes dicendo: << Una nostra amica è stata assassinata nella mia casa, eravamo sei persone, siamo tutti usciti per andare a visitare la città però lei è rimasta sola a casa. Quando siamo ritornati l’abbiamo chiamata ma non rispondeva nessuno, poi ci siamo spostati nel salotto ma nessuno parlava. Siccome era strano ci era venuto il dubbio che forse era uscita ma le pantofole non c’erano quindi era a casa. Poi abbiamo avanzato a passo lento insospettiti nella camera da letto e abbiamo trovato lei ormai cadavere in una pozza di sangue, con un colpo di pistola alla gola. Tutti quanti ci siamo spaventati alla vista di quell’orribile scena! Allora Holmes, è per questo che l’abbiamo chiamata, per risolvere questo caso! Se la sente?>> disse.
Holmes rispose: << Si certo, perché no!>>.
A quel punto iniziarono le indagini. Holmes andò sul luogo del delitto a cercare di esaminare il colpo di pistola alla gola. Trovò però per terra un capello corto marrone. Andò nel suo studio e iniziò ad esaminare di chi fossero quelle impronte ma non ci riuscì. All’improvviso sparì un’altra persona però sempre nello stesso gruppo. Watson andò sul luogo del delitto e trovò un secondo capello e lo portò subito a Holmes. Questa volta con la sua lente d’ingrandimento e le impronte lasciate dall’ultima vittima riuscì a capire che colui che aveva ucciso queste due donne era stato un uomo e tra l’altro un loro parente.
Watson e Holmes ritornarono sul luogo del delitto e riuscirono a scoprire che la seconda vittima era stata uccisa con qualcos’altro, secondo loro era un coltello conficcato nell’addome e anche in un altro luogo “La boutique più famosa di Londra”.
Holmes andò in questa boutique e chiese ai commessi se conoscevano quel tipo e loro risposero di no. Uno dei commessi guardò in modo strano Watson; la sera stessa Holmes si travestì da ladro, sfondò durante la notte la vetrina del retro della boutique e mentre lo faceva guardò la vetrina e notò che c’erano esposti dei vestiti che le due vittime avevano comprato lì.
Holmes entrò. All’improvviso anche un altro uomo, già identificato da Watson, entrò con una ragazza. Ad un certo punto la ragazza si girò per guardare i vestiti in vetrina e l’assassino ne approfittò per prendere il vaso con i fiori cercando di farlo cadere involontariamente sulla testa della ragazza ma no ci riuscì perché Holmes spuntò alle sue spalle facendolo cadere per terra e iniziarono a litigare, alla fine Holmes riuscì ad immobilizzarlo e mettergli le manette. Così la ragazza si salvò, l’assassino andò in prigione e il caso fu finalmente risolto.

2 commenti:

Ilaria Toto ha detto...

bello!!!!!

Ilaria Toto ha detto...

e vist c" vd ke l'addi" fatt iy!!!!!!!!!:-)

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